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Non è finita

Era la prima trasmissione pubblica dopo l’arresto della Strega.

Nessun effetto speciale. Nessuna sigla. Solo i tre volti più riconoscibili del Tribunale, riuniti nella sala di trasmissione mobile allestita nel nuovo rifugio.

Lyra, Eloise, Nico.

Alle loro spalle, una parete bianca. Niente simboli. Solo parole proiettate, una dopo l’altra: Memoria. Giustizia. Futuro.

Parlavano a turno. Eloise, più affaticata ma ancora solida. Nico, con la sua ironia smorzata e lo sguardo lucido. Lyra, con una forza nuova nella voce.

"Non festeggiamo una vittoria definitiva," disse Eloise. "Ma celebriamo una breccia. Una crepa nella paura."

Mostrarono i nomi delle vittime. I volti. I ricordi.

Ogni processo, ogni nome pronunciato. Ogni errore corretto. Ogni condanna e ogni assoluzione. Tutto venne riportato. Un elenco lungo, ma necessario.

Nico intervenne con tono più lieve: "Abbiamo fatto cazzate. Sì. Ma le abbiamo corrette. E ci siamo corretti a vicenda. Nessuno di noi è il Tribunale da solo. Lo siamo solo insieme. E voi con noi."

Lyra prese la parola per ultima.

"Ci hanno chiesto se continueremo. Sì. Ogni voce. Ogni prova. Ogni nome. Non perché vogliamo vendetta. Ma perché se smettiamo di ricordare, allora davvero hanno vinto."

Un attimo di pausa. Le luci si abbassarono leggermente. L'atmosfera diventò quasi intima.

"A chi ci ha seguito. A chi ci ha perso. A chi ci ha salvato. Questo Tribunale non è perfetto. Ma è vivo. E finché ci sarete anche voi, non potrà spegnersi."

Poi, un attimo prima della chiusura, lo schermo tremò.

Una distorsione improvvisa. Buio.

Niente suono. Nessun feed. Solo nero.

Poi, una figura.

Volto coperto. Voce alterata. Occhi nascosti dietro una maschera geometrica, vagamente regale. Linee metalliche. Ombre mobili.

“Ora avete colpito una pedina. 

La Regina osserva.”

 

Il volto svanì. Nessuna traccia. Nessun segnale.

 

La trasmissione riprese. 

La stanza era la stessa. 

Ma nessuno lo era più.

 

Lyra si alzò lentamente. Guardò Eloise. Guardò Nico. 

Nessuno parlò.

 

Poi, sullo schermo, comparve una sola frase. 

In bianco. Senza firma. Solo la voce del Tribunale, scritta.

 

Ciò che non si può vedere, va nominato.  E poi ricordato.

 

Silenzio.

 

Fine.

 

O forse no.