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Semi sei quattro

Eloise aprì gli occhi.

Fu un battito lieve, quasi impercettibile. Ma bastò a far sussultare Nico, che le era seduto accanto.

“Eloise?” sussurrò, avvicinandosi.

Le labbra della donna si mossero appena. Poi, con voce fioca, pronunciò una sola parola:

“Elyas.”

Un brivido gelò la spina dorsale di Nico.

Gli occhi di Eloise si fecero più intensi per un istante. Le sue dita si chiusero debolmente attorno alle sue.

“Semi… sei… quattro.”

Era il codice.

Una sequenza stabilita mesi prima da loro tre — lui, Eloise, Lyra. Da usare una sola volta. Solo in caso di pericolo estremo: tradimento interno. Morte imminente.

Nico balzò in piedi. Quella frase non lasciava spazio a dubbi.

“Sei... quattro,” ripeté sottovoce, mentre già correva verso la sala comunicazioni del settore emergenze.


Nel frattempo, tra le montagne, Lyra ed Elyas si erano fermati.

Avevano lasciato il veicolo su una strada sterrata e stavano proseguendo a piedi lungo un sentiero secondario, tra arbusti secchi e rocce franose.

Il segnale della rete era debole, i droni di copertura momentaneamente inattivi.

“Secondo te il Nodo è ancora operativo?” chiese Lyra, scrutando l’orizzonte.

Elyas sollevò lo sguardo. “Potrebbe esserlo. Ma non aspettarti di trovare qualcuno.”

C’era qualcosa di diverso nella sua voce. Troppo controllata. Troppo calma.

Poi indicò una deviazione tra i cespugli: “Di qua. C’è un rifugio usato dai tecnici. Da lì possiamo vedere se c’è attività nella zona.”

Lyra esitò un istante. Ma annuì, e lo seguì.


Nico stava salendo sul punto più alto della miniera, vicino a una vecchia antenna radio riparata per le emergenze. L’aria era fredda. Il segnale instabile.

Aprì il canale d’emergenza e digitò la frequenza manuale.

“Lyra! Rispondimi! È una trappola! Elyas non è chi dice di essere! Eloise si è svegliata! Elyas… Elyas!”

Nessuna risposta. Solo fruscio.

Poi, un segnale flebile. Statico. Distorto. Ma la connessione c’era.


Lyra ed Elyas erano ora dentro il rifugio: un piccolo locale in muratura, seminterrato, senza finestre. Polvere ovunque. Nessuna traccia di vita.

Lyra si guardò attorno. “Non c’è niente qui.”

Elyas chiuse la porta dietro di sé.

“C’è una cosa che non ti ho mai detto,” disse, avvicinandosi lentamente.

La sua voce era cambiata. Più bassa. Più fredda.

“Cosa?” chiese Lyra di spalle, mentre esaminava il locale.

Elyas aprì lo zaino con un gesto fluido. Ne estrasse una lama sottile, compatta, quasi invisibile. Nella mano opposta, attivò un piccolo inibitore di comunicazioni: una scatola nera con una luce rossa pulsante. Appena acceso, la rete si spense. Il segnale scomparve.

“Mi dispiace,” sussurrò. “Avrei voluto evitarti questo.”

Lyra si fermò, i sensi all’erta.

Ma proprio in quel momento, dal suo auricolare gracchiò una voce spezzata:

“…Lyra… Semi sei quattro…”

Il codice.

Le bastò un istante.

Si voltò. Vide la lama. Il sorriso gelido di Elyas.

E agì.

Un colpo secco al braccio armato. Il coltello volò a terra. Elyas cercò di reagire, ma Lyra lo colpì al volto, lo sbilanciò con un movimento circolare e lo scaraventò contro il muro.

“Così è andata,” disse lui, sanguinando dal labbro. “Hai capito.”

Tentò un affondo con il corpo, ma Lyra lo bloccò con un calcio preciso al ginocchio, poi un pugno alla tempia.

Elyas crollò.

Cercò di rialzarsi, barcollando.

“Ti fidavi di me…” mormorò, ansimante.

“E tu hai tradito tutto,” rispose Lyra.

Un ultimo tentativo.

Ma lei lo atterrò con una presa secca. E questa volta, restò a terra. Immobile.

Silenzio.

Lyra, con le mani tremanti, disattivò l’inibitore. Il segnale tornò. La voce di Nico arrivò limpida:

“Lyra, sei lì? Rispondi, ti prego! Semi sei quattro! Semi sei quattro!”

“Nico! Sì. L’ho sentito. L’ho fermato. Hai fatto in tempo. Grazie.”

Chiuse gli occhi per un istante.

E ricordò.

Una stanza buia. Tre volti. Eloise al centro.

“Se un giorno uno di noi dovesse essere tradito… diremo solo queste parole: ‘Semi sei quattro’.
È il nostro grido muto.
La memoria non può difendersi.
Ma noi possiamo.”

E Lyra non lo aveva mai dimenticato.


“Arrivo,” disse Nico. “Ti raggiungo. Lo porteremo davanti al Tribunale.”

Lyra annuì.

Guardò Elyas a terra.

“Questa volta, non ci sarà clemenza.”